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20
Nov

Vendere la creatività: le dritte di Silvia Tropea, Michela Calculli e Francesca Marano

Nel pomeriggio di sabato 29 novembre al MammacheBlog Creativo (ore 15.15) si terrà un panel particolarmente utile e istruttivo per le mamme crafter indecise sul futuro economico delle loro attività manuali, in particolare online.
Per parlare di come gestire la Creatività da vendere, un tema complesso e spesso nebuloso per chi produce artigianalmente, abbiamo interpellato Silvia Tropea, Michela Calculli e Francesca Marano, tre professioniste del settore legale, commerciale e digitale, oltre che tre esperte delle dinamiche della Rete.

Lasciamo a loro la parola per le presentazioni (anche se per molte delle partecipanti del MammacheBlog si tratta ormai di amiche da incontrare quotidianamente tra blog e social network), e per avere alcune anticipazioni sugli importanti contenuti del panel…

Silvia Tropea: “Ho qualche imbarazzo a presentarmi ancora una volta ai partecipanti al Mamma Che Blog, dato che sono sempre qui, con diversi ruoli! Ormai mi sento un supereroe, con una doppia identità: blogger con genitoricrescono.com e avvocato. Ricopro spesso entrambi i ruoli, anche contemporaneamente, ma a volte ci aggiungo l’hobby della moderazione dei talk.
Questa volta mi avrete come avvocato (credo sia la versione Clark Kent), ma la mia doppia anima viene sempre fuori quando parlo di diritto del web, che è diventata, proprio grazie al blog, una mia grande passione. Infatti sono un avvocato a cui la presenza sul web ha cambiato la vita (professionale e non): con genitoricrescono.com ho lavorato molto sul diritto di famiglia, mia branca di elezione, e sulle tematiche legate al diritto d’autore  e alla contrattualistica sul web”.

Michela Calculli: “È il mio primo intervento al MammaCheBlog ed è il mio primo MammaCheBlog Creativo (lo scorso anno ero incinta e allettata), quindi sono emozionata all’ideadi parlare con donne che seguo e stimo da tempo. Mi presento: sono una ex praticante commercialista, una ex responsabile amministrativa in un’azienda di ecommerce, una ex redattrice economica in un canale televisivo. Poi sono arrivati nell’ordine: il mio primo figlio (adesso ne ho due), il mio blog Mammaeconomia e la passione per i social media. Gli ultimi anni sono stati un viaggio di esplorazione e sintesi delle mie competenze, che mi hanno portata a lavorare principalmente come web writer per aziende su tematiche economico-fiscali e che mi hanno convinta ad affrontare lo scoglio che allontanavo da tempo: l’esame di Stato per diventare commercialista. Incrociate le dita!”

Francesca Marano: “Di mestiere faccio la Digital Doula, aiuto i creativi, e in particolare le donne che si reinventano, a far nascere la propria presenza online. Che poi vuol dire che faccio siti: ma se quello è il risultato finale, prima e dietro ci sono lunghe chiamate via Skype, domande cosmiche tipo “Chi sono? Cosa faccio? Cosa sto a fare online?” e decisioni di brand identity basate su foto delle scarpe di Ferragamo bramate, o sul colore del proprio abito preferito. Siccome non mi bastava lavorare a tempo pieno e stare ogni tanto con la mia famiglia, a settembre del 2013 ho fondato C+B, la casa + bottega delle donne in proprio: un blog multi-autore che coordino e sul quale scrivo con un gruppo di professioniste di temi legati al lavoro in proprio”.

Dopo le presentazioni di rito, ecco qualche anticipazione su ciò che Silvia, Michela e Francesca spiegheranno sabato pomeriggio al MammacheBlog Creativo…

Silvia: si comincia animate dalle migliori intenzioni, poi ci si ritrova a gestire un eshop con tutte le sue complessità anche legali. Quali si possono prevedere?

Per fortuna si può prevedere quasi tutto. Quando si inizia, oltre alle buone intenzioni, serve anche predisporre gli strumenti giusti: è necessario fornire ai clienti e potenziali clienti tutte le informazioni sulle condizioni di vendita, in modo che ogni reclamo, ogni inconveniente possa essere contemplato e quindi regolato al momento dell’acquisto. Una delle questioni che infatti dà maggior luogo a problemi sono i reclami e le richieste di reso o di sostituzione della merce. Il lavoro degli artigiani non produce oggetti omologati, sempre uguali a se stessi e, per quanto si possano fornire dati e foto molto dettagliate, il cliente può sempre essere deluso e scontento da quello che ottiene.
Limitare da subito, con una regolamentazione adatta, le possibilità di ripensamento, di sostituzione, di reso è un modo per lavorare più tranquilli e in piena chiarezza.

Michela: per passione e per lavoro, ma ci sono anche i risvolti fiscali nella gestione di un e-shop. Sono adempimenti più complessi da gestire rispetto a quelli di un negozio tradizionale?

Se parliamo di scelta della forma da darsi (ditta, società ecc.) e degli adempimenti fiscali e contributivi in generale, le differenze tra un negozio tradizionale e uno shop online sono minime: entrambi richiedono l’iscrizione in Camera di Commercio, l’apertura della Partita IVA e l’iscrizione alla gestione commercianti INPS. E, a seguire, la contabilità con l’annotazione delle fatture di acquisto e dei corrispettivi (nel negozio avremo gli scontrini, nello shop online il flusso digitale delle vendite). Tutto però si complica nel caso in cui chi vende online decida, giustamente, di “aprire le proprie porte” al mondo. Due le tematiche da affrontare:

  • vendite nei Paesi UE, che comportano la compilazione dei modelli Intrastat e l’iscrizione al registro VIES, e ovviamente una gestione contabile più complessa;
  • vendite nei Paesi extra UE, con tutte le implicazioni connesse alla gestione delle esportazioni, soprattutto legate all’IVA.

Ovviamente le stesse cose valgono se i fornitori dello shop online sono operatori comunitari e/o extracomunitari. Insomma gli shop online più dei negozi tradizionali hanno bisogno di ottimi consulenti preparati sul commercio internazionale e le relative ricadute fiscali.

Francesca: come capire se è arrivato il momento di aprire un eshop? quali pre-requisiti sono indispensabili/opportuni?
Se si vuole fare il salto da hobbysta a professionista, dopo aver sistemato tutte le questioni spiegate da Silvia e Michela, secondo me ci sono le condizioni per l’apertura di un e-shop. Pensaci: se continui a vendere ad amici o ai mercatini, quale bacino di utenza puoi avere? Se la tua capacità produttiva te lo permette, perché non provare una distribuzione che potenzialmente ti fa arrivare a milioni di persone?
Una volta presa la decisione dovrai fare una bella analisi del processo di vendita (stock in diversi punti vendita, spedizioni, customer care, promozione) e infine dovrai scegliere tra le due possibili soluzioni: marketplace o carrello “self-hosted”, ovvero nel tuo sito. A me sembra una bella opportunità e con un buon lavoro di strategia e organizzazione si può iniziare a vendere in tempi relativamente brevi (a seconda della complessità del prodotto ci vanno da 15 giorni ad alcuni mesi per mettere su una piattaforma di vendita, meno se si sceglie un marketplace).

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