Privacy e cookie policy

Blog

17
Nov

Carla Medda, creatività per promuoversi al MammacheBlog Creativo

Carla Medda

Carla Medda è mamma, amante della creatività e appassionata di tecnologia. L’essere diventata mamma è stato per lei una grandissima opportunità di crescita personale e professionale. Nel periodo della maternità, iniziato 6 anni fa e non ancora terminato (nel frattempo ha avuto una seconda bimba), ha infatti dedicato tempo ed energie a vivere e studiare il web.

Il suo blog La Torre di Cotone è stato il mezzo che le ha consentito di approfondire alcuni aspetti della Search Engine Optimization. Terreno di sperimentazione, denudato e rivestito più volte, è arrivato infine ad avere la posizione sul web che meglio gli si è cucita addosso. Da qui nasce la sua passione per SEOMarketing, strumenti che Carla come freelance utilizza con successo per sè e per altri clienti, oltre a scriverne sul web.

Per parlarci di come ha coniugato queste due passioni (tecnologia e craft), interverrà al MammacheBlog Creativo, il 28 novembre alle ore 11.00, nel panel Creativi con la creatività. Ecco le domande che le abbiamo rivolto per conoscerla meglio…

La creatività manuale non basta più alle crafter, oggi servono anche strumenti in più di comunicazione: quali sono i più necessari secondo te?

Dai primissimi momenti in cui ho iniziato questa stupenda avventura nel mondo del web e, in particolare, nel mondo del blogging, mi sono accorta che la creatività e la manualità sono solo uno dei talenti che bisogna coltivare per riuscire a comunicare coi propri utenti. Probabilmente la creatività è quello più naturale, quello con il quale ci si nasce e che può dare davvero una marcia in più. Ma non credo sia il più importante. A mio parere e secondo la mia personale esperienza, ciò che davvero serve per fare la differenza non è il prodotto, ma il modo in cui il prodotto viene proposto e i canali di diffusione che si vogliono utilizzare. In ultima analisi, è indispensabile relazionarsi con i propri utenti cercando di dare loro qualcosa di cui hanno bisogno e che non trovano in altri luoghi.

Sappiamo benissimo che in questa professione la competitività è altissima e non c’è niente di più sbagliato che ispirarsi ad altri modelli che funzionano, riproponendo lo stesso stile con gli stessi linguaggi. Errore molto facile da commettere quando l’argomento trattato è comune: figli e creatività.

Può valere la pena fermarsi un attimo prima di buttarsi nella mischia, valutare cosa funziona e cosa invece funziona meno, capirne i motivi e i meccanismi che lo alimentano. A questo punto non ci si può fermare, bisogna fare un passo in più e provare ad andare oltre ciò che si è dato per assodato facendosi delle domande:
– Cosa posso fare in più rispetto a questo?
– Cosa potrebbe attirare maggior interesse?
Ed è qui che, a parer mio, si dovrebbe dar via libera alla creatività, esplorando anche orizzonti mai visti prima e mettendosi in gioco in modo genuino. Non prima. Partire da un’idea già chiara prima di aver fatto questo tipo di analisi può risultare in una perdita di tempo e di risorse, ma anche in una perdita di fiducia e motivazione se le cose non dovessero andare come desiderato.

Ovviamente il lavoro non finisce qui. Le competenze da sviluppare in questo campo sono tantissime e talvolta sono anche molto tecniche. Bisogna imparare a fotografare nel modo giusto i propri oggetti, bisogna imparare a coinvolgere i lettori sul proprio lavoro (cosa molto difficile perché da creative ci rivolgiamo ad un pubblico di creative e quindi talvolta davvero molto agguerrite e spietate nel giudicarci), imparare a selezionare i social network da utilizzare senza troppe dispersioni. Soprattutto, ed è la cosa più difficile, bisogna imparare a guardare il proprio lavoro con sufficiente distacco da non venire feriti nel caso dovessero arrivare critiche poco costruttive. E arriveranno. Le vostre creazioni non devono essere dei figli, ma dei mezzi che vi serviranno a raggiungere degli scopi. A volte sbaglierete mezzi, altre volte li azzeccherete. Ma solo se non sarete troppo coinvolte riuscirete a garantire una buona continuità senza momenti di depressione e di scarsa produttività.

Ti occupi di uncinetto, ma sei anche esperta di SEO e posizionamento di siti sui motori di ricerca: quanta creatività ci vuole per costruire un sito che piaccia a Google?

Parlando di blog personali e non quindi di portali, siti aziendali, e-commerce e via dicendo, credo che piuttosto che preoccuparci di cosa piaccia a Google, dovremmo piuttosto informarci su cosa non gli piace. Un blog seguito bene e aggiornato costantemente non ha bisogno di preoccuparsi del posizionamento perché con un po’ di pratica si finisce per capire da soli cosa piace leggere ai propri lettori e cosa no e orientandoci in tal senso, pensando quindi ai lettori e alle loro preferenze, non facciamo altro che rendere il nostro blog interessante e quindi favorirne un miglior posizionamento.
Gli errori più gravi si inizia a commetterli quando si pensa troppo a cosa poter fare per aumentare le visite, quindi si vanno a cercare link, ci si iscrive a circuiti poco raccomandabili e via dicendo. Preoccupiamoci semplicemente di seguire le regole e di non fare ciò che Google ci chiede di non fare, il resto verrà da sé se si lavora con impegno attorno ad una buona idea, meglio se originale.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.